LA GRANDE ARTE AL CINEMA – STAGIONE 2017

Dopo il successo del calendario 2016 (Parte 1), col nuovo anno La Grande Arte al Cinema torna nelle sale italiane per la nuova stagione (Parte 2) che condurrà gli spettatori in un viaggio dal Rinascimento fino all’Arte Contemporanea con Raffaello, Michelangelo, Monet e Maurizio Cattelan.
Così per il 2017 Nexo Digital proporrà nelle sale italiane una nuova, appassionante ed inedita serie di eventi cinematografici che, a partire da febbraio e grazie alla tecnologia del cinema digitale, faranno vivere su grande schermo tutta la ricchezza delle mostre, degli artisti e dei movimenti artistici più affascinanti, innovativi, rivoluzionari e irriverenti della storia.
Il Cinema Italia proporrà gli appuntamenti secondo il calendario sotto proposto.
CALENDARIO PROIEZIONI
IO, CLAUDE MONET
14 febbraio 2017 ore 21
15 febbraio 2017 ore 18.30
Una nuova visione dell’uomo che ha inventato l’impressionismo, tra capolavori, lettere e scritti privati.
RAFFAELLO. IL PRINCIPE DELLE ARTI
4-5 aprile 2017
Grazie alla più sofisticata tecnologia cinematografica, a raffinate ricostruzioni storiche ed appassionate digressioni artistiche introdotte da celebri storici dell’arte arriva la prima trasposizione cinematografica mai realizzata su Raffaello Sanzio, un nuovo progetto firmato Sky, in collaborazione con i Musei Vaticani, dedicato a uno degli artisti più famosi di sempre.
MAURIZIO CATTELAN. BE RIGHT BACK
30-31 maggio 2017
La storia di uno degli artisti viventi più affermati, discussi, provocatori al mondo: un genio del nostro tempo che ha rivoluzionato l’arte contemporanea. Distribuito con Feltrinelli Real Cinema.
 MICHELANGELO. AMORE E MORTE
19-20-21 giugno 2017
Un nuovo docu-film sulla mostra SOLD OUT della National Gallery di Londra, sul genio del Rinascimento e il suo animo tormentato.
Ingresso unico € 8.

 

AVVISO – PROIEZIONI DI MARTEDÌ’ 31 GENNAIO E MERCOLEDÌ’ 01 FEBBRAIO- ANNULLATE

Si informa che le proiezioni in programma per i giorni sopra indicati a causa di guasti che stiamo sistemando sono annullate.

Nello specifico di tratta di SING (martedì 31 gennaio ore 18.15), NEBBIA IN AGOSTO martedì 31 gennaio ore 21) e LA LA LAND (mercoledì 1 febbraio ore 21).
La proiezione del film NEBBIA IN AGOSTO sarà recuperata mercoledì 15 febbraio ore 21.
Ci scusiamo per il disagio.
Buona giornata.
Cinema Italia

AVVISO – PROIEZIONI DI MARTEDÌ’ 31 GENNAIO E MERCOLEDÌ’ 01 FEBBRAIO

Attualmente non siamo in grado di garantire le proiezioni in programma per i giorni sopra indicati a causa di guasti che stiamo sistemando.
Nello specifico di tratta di SING (martedì 31 gennaio ore 18.15), NEBBIA IN AGOSTO martedì 31 gennaio ore 21) e LA LA LAND (mercoledì 1 febbraio ore 21).
Nella giornata di domani (martedì 31 gennaio) provvederemo a dare ulteriori informazioni, eventualmente le proiezioni saranno annullate.
Ci scusiamo per il disagio.
Buona serata.
Cinema Italia

Programmazione Cinema Italia dal 31-01 al 05-02

Sing di  G. Jennings
Il koala Buster Moon si è innamorato del teatro all’età di sei anni e al teatro ha dedicato la sua vita. Ha anche accumulato una discreta serie di fiaschi e di debiti e ora è ricercato dalla banca a cui ha chiesto un prestito e dai macchinisti che reclamano lo stipendio. Come salvare capra e cavoli? Buster ha un’idea geniale: un talent show. Apre quindi le porte del suo teatro ad una lunga fila di aspiranti cantanti e performer e sceglie i suoi gioielli: Rosita, maialina madre di 25 figli piccoli, Mike, topino vanitoso e vocalist d’eccezione, Ash, porcospina dal cuore rock e Johnny, scimmione dall’animo blues. Ci sarebbe anche Meena, elefantina portentosa, apparentemente troppo timida per esibirsi in pubblico…
I genitori di tutto il mondo s’incollano davanti al televisore di casa a guardare i talent show di maggior successo? Nessun problema. Ora anche i bambini hanno il loro, molto più romantico, elegante, scatenato e -cosa di gran lunga più importante- interamente popolato di animali. Alla Illumination Entertainment (quella dei Minions, per capirci) sanno come fare di un film una festa, preparando il crescendo di ritmo e di emozione e riportando giustamente il discorso ab ovo, al concetto di spettacolo, con il suo tempio al centro e il suo gioco del travestimento.
Mescolando fantasia e citazionismo, Sing modella Buster Moon sul Bob Hoskins di piccoli film di generi diversi al suo interno, esattamente come i numeri di un contenitore musicale. C’è la favola di Rosita, sbalzata dagli scaffali del supermarket alla soirée in abito di paillettes, c’è il noir di Mike, tutto bulli e pupe, il prison movie di Jhonny, il mélo suburbano di Mina e quello indie di Ash.
Nebbia in agosto di  K. Wessel
Germania del Sud, inizio anni Quaranta. Ernst è un ragazzino orfano di madre, molto intelligente ma disadattato. Le case e i riformatori nei quali ha vissuto l’hanno giudicato “ineducabile”, ed è stato confinato in un’unità psichiatrica a causa della sua natura ribelle. Qui però si accorge che alcuni internati vengono uccisi sotto la supervisione del dottor Veithausen. Ernst decide quindi di opporre resistenza, aiutando gli altri pazienti, e pianificando una fuga insieme a Nandl, il suo primo amore. Ma Ernst è in realtà in grave pericolo, perché è la dirigenza stessa della clinica a decidere se i bambini debbano vivere o morire…
Giffoni film festival 2016
Miglior Film – 2o Classificato
Premio CGS (Cinecircoli Giovanili Socioculturali) “Percorsi Creativi 2016”
motivazione: “perché il film, ambientato come altri nella Germania nazista, approfondisce un aspetto poco conosciuto, tuttora controverso: quello dei programmi di eutanasia applicati anche su minori e disabili. Ispirato ad una storia vera, il prodotto riesce a sottolineare l’importanza universale del rispetto della vita altrui e ad evidenziare la pericolosità delle ideologie disumanizzanti che intendono manipolarla su basi selettive. La sceneggiatura non si rifugia nel facile schematismo che separa buoni e cattivi, ma mette in luce la fragilità umana, da sempre vittima della “Banalità del Male”. I significati più profondi vengono veicolati soprattutto da una regia che valorizza l’interpretazione e l’espressività dei giovani attori, anche attraverso un uso calibrato di musiche evocative e dialoghi essenziali. Infine, grazie al netto contrasto tra i toni cromatici caldi e freddi degli spazi esterni ed interni, emerge un clima di tragedia che, nonostante tutto, apre uno spiraglio alla speranza.”
La la land di  D. Chazelle
Los Angeles. Mia sogna di poter recitare ma intanto, mentre passa da un provino all’altro, serve caffè e cappuccini alle star. Sebastian è un musicista jazz che si guadagna da vivere suonando nei piano bar in cui nessuno si interessa a ciò che propone. I due si scontrano e si incontrano fino a quando nasce un rapporto che è cementato anche dalla comune volontà di realizzare i propri sogni e quindi dal sostegno reciproco. Il successo arriverà ma, insieme ad esso, gli ostacoli che porrà sul percorso della loro relazione.
Damien Chazelle ci aveva lasciato con uno scontro a due su un palcoscenico con in mezzo una batteria su cui grondavano copiose le gocce di sudore. Lo ritroviamo ora in un mondo (quello del musical) dove nessuno suda davvero e in cui tutto avviene con magica fluidità. Woody Allen in Tutti dicono I Love You fa dire a uno dei personaggi che se si vuole raccontare una storia con la massima libertà creativa il genere da utilizzare è appunto quello del musical. Infatti, così come Woody e Goldie Hawn volavano sulla Senna in quel film, lo stesso fanno Ryan Gosling ed Emma Stone (che Allen lo conosce bene). Con questo però non si deve pensare che Chazelle si limiti a realizzare un film nostalgico o citazionista perché in realtà sa come andare ben oltre i parametri del classico e lo dichiara sin dallo straordinario piano sequenza iniziale.
Un regista che aveva vinto un Oscar per un montaggio a tratti frenetico spiazza tutti compiendo una scelta stilistica in netto contrasto in apertura. Perché Chazelle è assolutamente padrone della macchina cinema e non esita a riproporre il proprio amore per il jazz sotto una forma espressiva per lui nuova ma di cui mostra di conoscere ogni regola e strategia comunicativa. Ci racconta ancora una volta di solitudini che cercano di realizzare sogni che finiscono con il non poter essere condivisibili con nessuno. Neanche con colei o colui che ne aveva sostenuto il conseguimento. Lo fa con la leggerezza necessaria ma anche con quel sottofondo di malinconia che nasce da un accurato mix di musica e immagini. Se poi si va a leggere la data di nascita del regista ci si trova dinanzi a un’ulteriore sorpresa: Chazelle ha 31 anni e dimostra di saper innervare quella che avrebbe potuto risultare una semplice esibizione di conoscenze filologicamente corrette, con un senso dello scorrere del tempo da anziano saggio. Sa cioè come farci entrare in una storia d’amore di cui possiamo anche immaginare gli sviluppi, regalandoci al contempo un mood del tutto personale in grado di far sorridere ma anche di commuovere fino ad invitarci a un invito che finisce con il rinviare alla classicità: suonala ancora Seb!

Programmazione Cinema Italia dal 26-01 al 29-01

Il viaggio di Fanny di  L. Doillon
Francia, 1943. La nazione è ancora occupata dalla Germania quando i genitori di Fanny, tredici anni, e le sue sorelline più piccole, rispettivamente sei e otto anni, le mandano in un orfanotrofio per bambini ebrei che si trova nel Nord Italia, non lontano dal confine che tripartisce Italia stessa, Francia e Svizzera. Ben presto, però, i nazisti arrivano sul territorio italiano e i membri dell’orfanotrofio organizzano disperatamente la partenza dei bambini verso il fronte svizzero, noto ai più per essere rimasto fondamentalmente neutrale durante la Seconda Guerra Mondiale, seppur circondato da tutti paesi in guerra tra loro. Fanny e le sorelle, insieme ad un ristretto gruppo di altri bambini ebrei che, come loro, sono stati mandati via da Parigi a causa del pericolo di deportazione eccessivo e sempre imminente, si ritrovano sole, senza più né riferimenti, né conoscenze, né appoggi e sono comunque costrette a viaggiare senza sosta fino al raggiungimento della frontiera con sopra innalzata la bandiera rossa con la croce bianca. Il viaggio non sarà né breve, considerando che nella maggior parte del tempo deve essere percorso a piedi, né tantomeno facile, dato che degli ufficiali tedeschi, trovatisi in territorio francese, si mettono sulle loro tracce. Eppure la forza d’animo che infonde in Fanny il ricordo d’Eli, il suo primo amore platonico, e il coraggio di tutto il gruppo, diventano l’unico mordente valido per andare avanti fino alla fine.
Giffoni film festival 2016
Miglior Film – Grifone Award
La la land di  D. Chazelle
Los Angeles. Mia sogna di poter recitare ma intanto, mentre passa da un provino all’altro, serve caffè e cappuccini alle star. Sebastian è un musicista jazz che si guadagna da vivere suonando nei piano bar in cui nessuno si interessa a ciò che propone. I due si scontrano e si incontrano fino a quando nasce un rapporto che è cementato anche dalla comune volontà di realizzare i propri sogni e quindi dal sostegno reciproco. Il successo arriverà ma, insieme ad esso, gli ostacoli che porrà sul percorso della loro relazione.
Damien Chazelle ci aveva lasciato con uno scontro a due su un palcoscenico con in mezzo una batteria su cui grondavano copiose le gocce di sudore. Lo ritroviamo ora in un mondo (quello del musical) dove nessuno suda davvero e in cui tutto avviene con magica fluidità. Woody Allen in Tutti dicono I Love You fa dire a uno dei personaggi che se si vuole raccontare una storia con la massima libertà creativa il genere da utilizzare è appunto quello del musical. Infatti, così come Woody e Goldie Hawn volavano sulla Senna in quel film, lo stesso fanno Ryan Gosling ed Emma Stone (che Allen lo conosce bene). Con questo però non si deve pensare che Chazelle si limiti a realizzare un film nostalgico o citazionista perché in realtà sa come andare ben oltre i parametri del classico e lo dichiara sin dallo straordinario piano sequenza iniziale.
Un regista che aveva vinto un Oscar per un montaggio a tratti frenetico spiazza tutti compiendo una scelta stilistica in netto contrasto in apertura. Perché Chazelle è assolutamente padrone della macchina cinema e non esita a riproporre il proprio amore per il jazz sotto una forma espressiva per lui nuova ma di cui mostra di conoscere ogni regola e strategia comunicativa. Ci racconta ancora una volta di solitudini che cercano di realizzare sogni che finiscono con il non poter essere condivisibili con nessuno. Neanche con colei o colui che ne aveva sostenuto il conseguimento. Lo fa con la leggerezza necessaria ma anche con quel sottofondo di malinconia che nasce da un accurato mix di musica e immagini. Se poi si va a leggere la data di nascita del regista ci si trova dinanzi a un’ulteriore sorpresa: Chazelle ha 31 anni e dimostra di saper innervare quella che avrebbe potuto risultare una semplice esibizione di conoscenze filologicamente corrette, con un senso dello scorrere del tempo da anziano saggio. Sa cioè come farci entrare in una storia d’amore di cui possiamo anche immaginare gli sviluppi, regalandoci al contempo un mood del tutto personale in grado di far sorridere ma anche di commuovere fino ad invitarci a un invito che finisce con il rinviare alla classicità: suonala ancora Seb!
GOLDEN GLOBE 2017
  • [Vincitore] Miglior film commedia o musicale
  • [Vincitore] Miglior regista – Damien Chazelle
  • [Vincitore] Migliore attrice in un film commedia o musicale – Emma Stone
  • [Vincitore] Migliore attore in un film commedia o musicale – Ryan Gosling
  • [Vincitore] Migliore sceneggiatura – Damien Chazelle
  • [Vincitore] Migliore colonna sonora originale – Justin Hurwitz
  • [Vincitore] Migliore canzone originale – City Of Stars