Programmazione Cinema Italia dal 26-01 al 29-01

Il viaggio di Fanny di  L. Doillon
Francia, 1943. La nazione è ancora occupata dalla Germania quando i genitori di Fanny, tredici anni, e le sue sorelline più piccole, rispettivamente sei e otto anni, le mandano in un orfanotrofio per bambini ebrei che si trova nel Nord Italia, non lontano dal confine che tripartisce Italia stessa, Francia e Svizzera. Ben presto, però, i nazisti arrivano sul territorio italiano e i membri dell’orfanotrofio organizzano disperatamente la partenza dei bambini verso il fronte svizzero, noto ai più per essere rimasto fondamentalmente neutrale durante la Seconda Guerra Mondiale, seppur circondato da tutti paesi in guerra tra loro. Fanny e le sorelle, insieme ad un ristretto gruppo di altri bambini ebrei che, come loro, sono stati mandati via da Parigi a causa del pericolo di deportazione eccessivo e sempre imminente, si ritrovano sole, senza più né riferimenti, né conoscenze, né appoggi e sono comunque costrette a viaggiare senza sosta fino al raggiungimento della frontiera con sopra innalzata la bandiera rossa con la croce bianca. Il viaggio non sarà né breve, considerando che nella maggior parte del tempo deve essere percorso a piedi, né tantomeno facile, dato che degli ufficiali tedeschi, trovatisi in territorio francese, si mettono sulle loro tracce. Eppure la forza d’animo che infonde in Fanny il ricordo d’Eli, il suo primo amore platonico, e il coraggio di tutto il gruppo, diventano l’unico mordente valido per andare avanti fino alla fine.
Giffoni film festival 2016
Miglior Film – Grifone Award
La la land di  D. Chazelle
Los Angeles. Mia sogna di poter recitare ma intanto, mentre passa da un provino all’altro, serve caffè e cappuccini alle star. Sebastian è un musicista jazz che si guadagna da vivere suonando nei piano bar in cui nessuno si interessa a ciò che propone. I due si scontrano e si incontrano fino a quando nasce un rapporto che è cementato anche dalla comune volontà di realizzare i propri sogni e quindi dal sostegno reciproco. Il successo arriverà ma, insieme ad esso, gli ostacoli che porrà sul percorso della loro relazione.
Damien Chazelle ci aveva lasciato con uno scontro a due su un palcoscenico con in mezzo una batteria su cui grondavano copiose le gocce di sudore. Lo ritroviamo ora in un mondo (quello del musical) dove nessuno suda davvero e in cui tutto avviene con magica fluidità. Woody Allen in Tutti dicono I Love You fa dire a uno dei personaggi che se si vuole raccontare una storia con la massima libertà creativa il genere da utilizzare è appunto quello del musical. Infatti, così come Woody e Goldie Hawn volavano sulla Senna in quel film, lo stesso fanno Ryan Gosling ed Emma Stone (che Allen lo conosce bene). Con questo però non si deve pensare che Chazelle si limiti a realizzare un film nostalgico o citazionista perché in realtà sa come andare ben oltre i parametri del classico e lo dichiara sin dallo straordinario piano sequenza iniziale.
Un regista che aveva vinto un Oscar per un montaggio a tratti frenetico spiazza tutti compiendo una scelta stilistica in netto contrasto in apertura. Perché Chazelle è assolutamente padrone della macchina cinema e non esita a riproporre il proprio amore per il jazz sotto una forma espressiva per lui nuova ma di cui mostra di conoscere ogni regola e strategia comunicativa. Ci racconta ancora una volta di solitudini che cercano di realizzare sogni che finiscono con il non poter essere condivisibili con nessuno. Neanche con colei o colui che ne aveva sostenuto il conseguimento. Lo fa con la leggerezza necessaria ma anche con quel sottofondo di malinconia che nasce da un accurato mix di musica e immagini. Se poi si va a leggere la data di nascita del regista ci si trova dinanzi a un’ulteriore sorpresa: Chazelle ha 31 anni e dimostra di saper innervare quella che avrebbe potuto risultare una semplice esibizione di conoscenze filologicamente corrette, con un senso dello scorrere del tempo da anziano saggio. Sa cioè come farci entrare in una storia d’amore di cui possiamo anche immaginare gli sviluppi, regalandoci al contempo un mood del tutto personale in grado di far sorridere ma anche di commuovere fino ad invitarci a un invito che finisce con il rinviare alla classicità: suonala ancora Seb!
GOLDEN GLOBE 2017
  • [Vincitore] Miglior film commedia o musicale
  • [Vincitore] Miglior regista – Damien Chazelle
  • [Vincitore] Migliore attrice in un film commedia o musicale – Emma Stone
  • [Vincitore] Migliore attore in un film commedia o musicale – Ryan Gosling
  • [Vincitore] Migliore sceneggiatura – Damien Chazelle
  • [Vincitore] Migliore colonna sonora originale – Justin Hurwitz
  • [Vincitore] Migliore canzone originale – City Of Stars