Foglietto Settimanale 10/03/2024 – 17/03/2024

IVQuar.B

🕊️ Venerdì 15 marzo ci sarà il quarto appuntamento del Cammino di Quaresima “Verso la Pasqua”
📌 Via Crucis Vicariale in memoria dei Missionari Martiri
📍 Ospedale di Dolo ore 20:30


📢 “Cena a Tema”: BACCALÀ 😋
📌 Sabato 16 marzo ore 19:30
📍 Patronato di Dolo
💰 25€ per menù e 10€ per menù bimbi
📞 Prenotazioni al 3396980449 o in sacrestia
⚠️ Prenotazioni ENTRO MERCOLEDÌ 13 MARZO ⚠️

 

 

 

 

Chiusura estiva

Il cinema Italia interrompe la programmazione per la pausa estiva!
E’ stato un anno iniziato benissimo e chiuso con molte difficoltà.
Per primo il calo vistoso delle presenze in sala e la difficoltà di far circolare tra tutto il bacino d’utenza locale l’esistenza di questa sala.
Poi la necessità assoluta di volontari per tenere viva ed aperta questa realtà: problema annoso che incombe su questa attività che vive sulla buona volontà delle persone. La realtà Cinema Italia ha bisogno soprattutto di giovani disponibili ed amanti del cinema che abbiano voglia di mettersi in gioco e di dedicare un po del loro tempo per riscoprire la bellezza della vera sala cinematografica.
Sperando che il tempo porti novità importanti vi auguriamo Buona Estate! Ci rivediamo il 26 agosto ore 21!
cinemaitalia@parrocchiadolo.it
www.parrocchiadolo.it/cinemaitalia

Cineforum “STELLE D’ESTATE”.

Dal 06 luglio cineforum estivo “STELLE D’ESTATE”:

giovedì 06 luglio:

ore 21.15 – LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE di M. Gibson

Oscar 2017 per: miglior montaggio e miglior missaggio sonoro. Era candidato anche per: miglior film, regia, attore protagonista (andrew garfield) e montaggio sonoro.

venerdì 07 luglio:

ore 21.15 – LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE di M. Gibson

Oscar 2017 per: miglior montaggio e miglior missaggio sonoro. Era candidato anche per: miglior film, regia, attore protagonista (andrew garfield) e montaggio sonoro.


giovedì 13 luglio:

ore 21.15 – TUTTO QUELLO CHE VUOI di F. Bruni

Candidato ai nastri d’argento 2017 per: miglior film, sceneggiatura, produttore.

venerdì 14 luglio:

ore 21.15 – TUTTO QUELLO CHE VUOI di F. Bruni

Candidato ai nastri d’argento 2017 per: miglior film, sceneggiatura, produttore.

giovedì 20 luglio:

ore 21.15 – ADORABILE NEMICA di M. Pellington

In concorso al Sundance Film Festival 2017.

venerdì 21 luglio:

ore 21.15 – ADORABILE NEMICA di M. Pellington

In concorso al Sundance Film Festival 2017.

 giovedì 27 luglio:

ore 21.15 – SOLE CUORE AMORE di D. Vicari

Nastro d’argento: Candidatura per la Migliore attrice protagonista a Isabella Ragonese, Candidatura per il Migliore sonoro in presa diretta a Remo Ugolinelli e Alessandro Palmerini, Candidatura per la Migliore colonna sonora a Stefano Di Battista.

2017Globo d’oro: Candidatura a Miglior musica a Stefano Di Battista.

2017 – Bari International Film Festival: Premio Alberto Sordi – Miglior attore non protagonista a Francesco Acquaroli.

venerdì 28 luglio:

ore 21.15 – SOLE CUORE AMORE di D. Vicari

Nastro d’argento: Candidatura per la Migliore attrice protagonista a Isabella Ragonese, Candidatura per il Migliore sonoro in presa diretta a Remo Ugolinelli e Alessandro Palmerini, Candidatura per la Migliore colonna sonora a Stefano Di Battista.

2017Globo d’oro: Candidatura a Miglior musica a Stefano Di Battista.

2017 – Bari International Film Festival: Premio Alberto Sordi – Miglior attore non protagonista a Francesco Acquaroli.

 giovedì 03 agosto:

ore 21.15 – FORTUNATA di S. Castellitto

2017Festival di Cannes: Un Certain Regard – Migliore interpretazione a Jasmine Trinca

2017Nastro d’argento: Migliore sonoro in presa diretta ad Alessandro Rolla, Candidatura per il Miglior film a Sergio Castellitto, Candidatura per la Migliore sceneggiatura a Margaret Mazzantini, Candidatura per il Miglior produttore a Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori e Viola Prestieri, Candidatura per la Migliore attrice protagonista a Jasmine Trinca, Candidatura per il Miglior attore non protagonista ad Alessandro Borghi, Candidatura per il Miglior attore non protagonistaa Edoardo Pesce.

venerdì 04 agosto:

ore 21.15 – FORTUNATA di S. Castellitto

2017Festival di Cannes: Un Certain Regard – Migliore interpretazione a Jasmine Trinca

2017Nastro d’argento: Migliore sonoro in presa diretta ad Alessandro Rolla, Candidatura per il Miglior film a Sergio Castellitto, Candidatura per la Migliore sceneggiatura a Margaret Mazzantini, Candidatura per il Miglior produttore a Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori e Viola Prestieri, Candidatura per la Migliore attrice protagonista a Jasmine Trinca, Candidatura per il Miglior attore non protagonista ad Alessandro Borghi, Candidatura per il Miglior attore non protagonistaa Edoardo Pesce.

Programmazione Cinema Italia dal 27-06 al 02-07

Programmazione Cinema Italia dal 27-06 al 02-07

Free to run di P. Morath
Evento special Festival dei Popoli 2017
Il giorno 27 giugno saranno presenti in sala:
Silvia Sommaggio – maratoneta olimpica
Roberto Rubens Noviello – maratoneta ed autore del libro La corsa verso il mare

 

Pierre Morath ha realizzato questo interessante documentario a partire dal proprio interesse e passione per la corsa a cui si è aggiunta una ricerca, in qualità di storico, per un libro scritto insieme ad un sociologo. Ne è nato un film estremamente documentato che tutti coloro che sono interessati a questa disciplina sportiva e, in particolare, i più giovani dovrebbero vedere. Perché oggi è più che mai sviluppata la tendenza a ritenere che ciò che è sia sempre stato sin dall’inizio, senza cercare di riflettere su quante lotte e sacrifici siano costate le progressive conquiste.
Questo aspetto è particolarmente sviluppato da Morath rendendo così il film appetibile anche da chi cammina lentamente ma ha interesse per i mutamenti sociali.
Sembrano passati secoli (e invece eravamo nel 1967) da quando Kathrine Switzer si iscriveva alla maratona di Boston come partecipante ufficialmente registrato e veniva rincorsa e strattonata da Jack Semple, direttore di gara, nel tentativo di strapparle il pettorale perché non voleva una donna nella sua manifestazione.
Attraverso personaggi fondamentali come lo svizzero Noel Tamini, fondatore della rivista Spiridon e difensore della pratica podistica aperta a tutti, per giungere a Fred Lebow che ha avuto modo di assistere alla crescita esponenziale di partecipanti alla maratona di New York da lui ideata, Morath fa la storia di questa pratica sportiva. Ma non si tratta solo di illustrarne l’evoluzione perché il regista non intende farne un’apologia. Ci mostra anche la fragilità delle conquiste.
Da un lato con le immagini inquietanti di un’atleta che percorre in uno stato di allucinata spossatezza gli ultimi metri della maratona con il rischio di far girare al contrario l’orologio della presenza femminile qualora non si fosse ripresa in tempi rapidi da quella condizione fisica. Dall’altro con l’espansione dell’attività commerciale ruotante attorno al podismo che ha rischiato e rischia di vanificare lo spirito originario di chi ama la corsa.
È un documentario lucido quello di Morath tanto da indurlo ad affermare: “Quando una rivoluzione prende piede o comincia ad avere successo quelli in prima linea prendono posto indietro a vantaggio di quelli che possono prendere quel successo e farne un business. Ecco perché gli Stati Uniti hanno un ruolo centrale nel film. Gli Americani personificano l’ultra liberalismo di vedute aperte fatto dello sfruttamento commerciale di cose belle e pure più di qualsiasi altro popolo. E’ nel loro DNA.” Questo si chiama parlar chiaro.

 

 Nocedicocco – il piccolo drago di N. West
E’ la storia di un draghetto, appunto, Noce Di Cocco, il cui compito è fare la guardia all’erba del fuoco, un’erba importantissima per il suo clan che, grazie ad essa, è diventato un popolo di draghi sputafuoco. Quando Noce Di Cocco, per salvare un agnellino che sta per finire nelle fauci di altri draghi perde di vista l’erba, si scatena un incendio e succede un disastro. Riuscirà il piccolo drago a risolvere il pasticcio?

 

Aspettando il Re di T. Tykwer con Tom Hanks
Fuori concorso al Tribeca Film Festival 2017.
Tom Hanks si toglie i panni del pilota che fu in Sully, per indossare quelli di un impiegato, Alan Clay, di una nota società informatica, disilluso negli affetti e sull’orlo della bancarotta.
Mandato dalla società in cui lavora in Arabia Saudita per ottenere l’appalto di fornitura dei servizi informatici per una città avveniristica in costruzione nel mezzo del deserto, Clay scoprirà ben presto che la sua missione è più difficile del previsto. Accampato in una tenda insieme ai suoi colleghi sistemisti, attenderà invano l’arrivo di un Godot, il re della città, che sembra ritardare giorno dopo giorno la sua visita, rendendo l’attesa una sorta di continuo rimando alla presentazione dei prodotti di cui la ditta si fa vanto, ovvero, sistemi per videoconferenze basati su ologrammi.
Clay non si gode l’attesa come una vacanza, tutt’altro. Le sue giornate si svolgono in un continuo bascular tra il cantiere, la tenda e l’hotel a Gedda, ovvero tra l’isolamento e la relazione sociale con quella che dovrebbe essere la sua famiglia, la figlia lontana all’università e purtroppo anche con la convivenza con un’escrescenza alla spalla che cresce dentro di lui, come un alien che lo corrode dentro. Per fortuna supportato dall’amicizia con lo stralunato e simpatico Youssef, l’autista che ogni giorno lo accompagna all’hotel, Alan conoscerà l’amore con una mite dottoressa, ricostruendo la sua esistenza in quel bruciato Medio-Oriente che assurgerà a rediviva fenice.
L’occasione di A Hologram for the king tradotto abbastanza infelicemente in italiano come Aspettando il re è la riflessione su un bilancio della vita di un quarantacinquenne, Alan Clay appunto, sfruttando il pretesto abbastanza metaforico di un deserto dei tartari ove l’attesa è evidente propedeutica catarsi necessaria alla personale riabilitazione di sé.
Tra la sabbia che pervade tutto, isolando il protagonista dietro le mura fragili di un presente cui cerca di fuggire e una vita notturna mondana che vuol possedere in quel di Gedda tra discoteche e una donna che gli ronza attorno, affogando nell’alcool la sua frustrazione, Alan cercherà di trovare un senso alla sua vita, alla sua time line irrimediabilmente compromessa.
Strana commedia, quella diretta, da Tom Tykwer, basata sul romanzo di Dave Eggers Aspettando il re. Si potrebbe definire drammatica, simbolica: si pensi all’inizio ex abrupto in cui moglie, casa, famiglia svaniscono in esplosioni fumose e rossastre come sogni di vino, in cui Alan si trova in cima a una montagna russa scivolando pericolosamente giù e crollare, tutti segni di una minaccia, di un abisso dal quale il protagonista, dovrà cercare di risalire.
Con belle riprese delle moschee e della cultura araba, Aspettando il re è un film sfuggente, velatamente metaforico che non nasconde l’ironia grazie ai due protagonisti principali, Tom Hanks e Alexander Black in primis e al tempo stesso palesando un approccio drammatico alla “malattia”. Malattia che si fa occasione di rinascita per coltivare un amore con una dottoressa locale, la responsabile dell’operazione cui si sottoporrà il nostro protagonista.
In un ambiente dal duplice volto, ricco e opulento quanto umile e poetico, Alan ritroverà una compagna proprio nell’acqua, ossimoro in quel mondo, unico mezzo in grado di spazzare definitivamente via la polvere accumulatasi a strati sul suo cuore ridandogli forza, coraggio e soprattutto, restituendogli la sua dignità perduta di uomo.

Programmazione Cinema Italia dal 13-06 al 14-06

Programmazione Cinema Italia dal 13-06 al 14-06

 

Nocedicocco – il piccolo drago di N. West

 E’ la storia di un draghetto, appunto, Noce Di Cocco, il cui compito è fare la guardia all’erba del fuoco, un’erba importantissima per il suo clan che, grazie ad essa, è diventato un popolo di draghi sputafuoco. Quando Noce Di Cocco, per salvare un agnellino che sta per finire nelle fauci di altri draghi perde di vista l’erba, si scatena un incendio e succede un disastro. Riuscirà il piccolo drago a risolvere il pasticcio?

Quello che so di lei di M. Provost

In concorso al Festival di Berlino 2017.

Il cinema francese regala ruoli di spessore alle donne, non più ragazze, come nessun altra cinematografia. L’ennesima conferma arriva con un nuovo ruolo di rara intelligenza e consapevolezza di Catherine Deneuve, nel film di Martin ProvostQuello che so di lei. Un autore da sempre interessato all’universo femminile, basti pensare a Séraphine e Violette.

Il titolo originale (Sage femme) rimanda al nome con cui in Francia sono tradizionalmente chiamate le ostetriche, il cui antico sapere ha aiutato a nascere milioni di bambini e che Claire (Catherine Frot) nel film porta avanti con orgoglio. Le tecnologie moderne premono per un avvio alla vita meno legato all’esperienza, a quel metodo che privilegia l’elemento umano che per Claire è il senso stesso del lavoro e per molti anni della sua vita stessa. Il reparto maternità di un ospedale della periferia parigina in cui lavora sta chiudendo, e mentre deve decidere se passare a un nuovo fiammante sforna pargoli da 4000 nascite all’anno, riceve la telefonata di una donna, Béatrice (Catherine Deneuve), che arriva dritta dal suo passato. Sono trent’anni da quando è sparita, dalla vita di Claire e del padre, con cui aveva una relazione. Tutti e tre hanno vissuto per alcuni anni in allegria in una casa della rive gauche parigina. Ora ritorna perché malata, lei che ha sempre affrontato la vita con sfrontatezza bohemienne, vivendo in pieno senza rimpianti e godendo di ogni possibile gioia, pronta a sopportare le inevitabili cadute.

Quello che so di lei regala un ritratto di due donne completamente diverse: una rigorosa e sempre razionale, tutta dedita alla missione di far nascere nuove creature; l’altra irresponsabile, senza aver mai lavorato un giorno, pronta a giocarsi tutto al tavolo da gioco. La vita e la morte si affacciano continuamente nel film, crocevia di cambiamento per due donne e due grandi interpreti del cinema francese, alle prese con un rapporto prima diffidente e poi sempre più intimo, legato alla nostalgia di un passato d’amore per lo stesso uomo, padre o amante che fosse. Claire si fa convincere da Béatrice a prendere la vita meno sul serio, a colorarla di un sorriso infantile o di un bicchiere di troppo. Elogio dell’edonismo del buon vivere, della sigaretta come sinonimo di libertà, della carne rossa e del buon vino, si fa apprezzare soprattutto per le due grandi performance che ne sono il cuore pulsante, senza dimenticare il risveglio sensoriale per Claire rappresentato dal sanguigno camionista Olivier Gourmet.

Programmazione Cinema Italia dal 30-05 al 04-06

Programmazione Cinema Italia dal 30-05 al 04-06

 

This beautiful fantastic di Simon Aboud
Fuori concorso al BBC First British Film Festival in Australia, al New British Film Festival Russia e al Palm Springs International Film Festival.
Bella Brown è un’eccentrica ragazza londinese che, appassionata di letteratura, lavora in una nota libreria della città sognando un giorno di scrivere e illustrare un libro per bambini. Ritrovata abbandonata nel cuore di Hyde Park da neonata, Bella è crescita sviluppando una serie di manie compulsive e altre fobie che l’hanno portata, tra le altre cose, a non curare minimamente il giardino sul retro della sua abitazione. La sua routine quotidiana, spesso sconnessa dal resto del mondo, è interrotta bruscamente proprio quando il padrone di casa, dando seguito alle lamentele di un suo anziano vicino, le impone di rimediare al grave stato di degrado in cui ha lasciato il giardino minacciandola di sfratto. Ad aiutare Bella a superare le sue paure e a far rivivere fiori e piante abbandonate da tempo, è lo stesso vicino di casa, Alfie Stephenson, che accetta di condividere con lei le sue conoscenze da orticoltore grazie all’intercessione del suo maggiordomo e cuoco personale Vernon, facendole quindi da mentore e fonte d’ispirazione. Nel frattempo, in libreria Bella fa la conoscenza di un inventore quasi altrettanto eccentrico, il costruttore di “animali meccanici stravaganti” Billy, tra le cui un uccello che riesce a volare alimentato dal chiaro di luna. Tra i due si svilupperà presto una forte intesa romantica..
 
Maurizio Cattelan: be righe back di Maura Axelrod
Fuori concorso al Tribeca Film Festival 2017.
 
Prendete uno degli artisti più irriverenti, provocatori e geniali degli ultimi anni. E provate a immaginarvi cosa accadrebbe se tentaste di raccontare la sua carriera dirompente. Nell’impresa si è cimentata la regista Maura Axelrod che in Maurizio Cattelan: Be Right Back racconta uno dei personaggi più ironici dell’arte del nostro tempo, intervistando curatori, collezionisti, luminari del mondo dell’arte (ed ex-fidanzate) su ciò che rende unico l’autore di opere come La nona ora (che mostra Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite) e Him (che ritrae Hitler in ginocchio, come uno scolaretto intento a pregare).
Dopo un periodo in cui si è specializzato in opere basate sulla tassidermia, Cattelan ha cominciato infatti a creare statue di cera a grandezza naturale dedicate a personaggi famosi: da qui sono nati alcuni dei suoi pezzi più celebri, come la sua Untitled, in cui da un buco nel pavimento esce l’autoritratto dell’artista. Maurizio Cattelan: Be Right Back ci accompagna in un viaggio vertiginoso in compagnia dell’uomo che, dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, ha scosso il mondo dell’arte contemporanea con una serie di installazioni dirompenti a partire dalla celebre “Torno subito”, che prende il nome dal cartello che Cattelan aveva attaccato al muro della galleria che doveva ospitare la sua esposizione. Per arrivare sino ai manichini di bambini impiccati a un albero a Milano, a L.O.V.E (una mano aperta con un solo dito, il medio, che si staglia davanti alla Borsa di Milano) e a Daddy Daddy, un coloratissimo Pinocchio di Walt Disney affogato in una piscina. Tra i protagonisti del film anche Massimiliano Gioni, critico d’arte e direttore associato del New Museum of Contemporary Art di New York. I due diventano amici quando nel 1998 Gioni deve intervistare Cattelan per la rivista Flash Art.
Per ogni domanda Cattelan cerca una risposta online, riciclando frasi altrui. Si divertono così tanto che l’artista propone a Gioni di rilasciare una serie di interviste al suo posto, diventando in qualche modo la sua controfigura. Cosa che accade in numerose occasioni, divenendo a sua volta una performance.
Del resto nel corso della sua carriera ventennale, Maurizio Cattelan – nato a Padova nel 1960 da una famiglia modesta – non ha mai smesso di stupire come ha dimostrato anche Maurizio Cattelan: All, la retrospettiva del 2011 a lui dedicata dal Guggenheim Museum di New York, che ne ha consacrato definitivamente il successo. Così quello di Maura Axelrod si trasforma in un ritratto divertente e appassionato per capire chi sia davvero Maurizio Cattelan, dalle origini a oggi. Con tutta l’ironia che lo caratterizza..
 
Richard – Missione Africa di Toby Genkel
Fuori concorso al Festival di Berlino 2017.
Quando l’uovo si schiude e Richard apre gli occhi sul mondo per la prima volta, i suoi genitori non ci sono più e, al loro posto, il neonato passerotto trova la cicogna Aurora, che lo porta nel suo nido e lo cresce come un figlio. Col sopraggiungere dell’autunno, però, le cicogne dello stormo di Aurora, del suo compagno Claudius e del loro cucciolo Max, devono partire verso l’Africa, per sfuggire al freddo e obbedire alla loro natura. Anche se costa loro moltissimo, devono abbandonare Richard: non sopravviverebbe al viaggio. Ma il passero non ci sta: convinto di essere una cicogna, parte intrepido verso Sud, deciso a ricongiungersi con la sua famiglia.
Frutto di una task force tutta europea (Germania, Belgio, Lussemburgo, Norvegia), il film vola giustamente basso: come il passerotto protagonista deve fare i conti con le proprie forze, ma, anziché un limite, questo approccio si trasforma in virtù, contribuendo a mantenere le peripezie esposte su un piano credibile, per quanto straordinario. Attorno, le figure di contorno si dividono tra macchiette più di servizio che altro (i corvi mafiosi di Sanremo, il barista carceriere di Kiki) e personaggi minori ma non per efficacia, come Max, che porta il sentimento, e i piccioni “on line”, esilaranti emblemi satirici della dipendenza da social network.
Richard – Missione Africa, infine, è anche e soprattutto la storia di una migrazione, pericolosa ma obbligata: una storia che, in Europa, in questi anni, porta con sé, per forza di cose, un significato in più
 
Sette minuti dopo la mezzanotte di J.A. Bayona
Vincitore dei premi Goya 2017 e del Platinum Grand Prize al Future Film Festival 2017.
“7 minuti dopo la mezzanotte” è un film del regista spagnolo Juan Antonio Bayona, autore di film di successo come “The Orphanage” e “The Impossible”. La pellicola è l’adattamento dell’omonimo libro per bambini scritto da Patrick Ness, qui in veste di sceneggiatore.
Il Giovane Conor O’Malley vive un’infanzia molto difficile per la madre malata di cancro, perché lui stesso è vittima di bullismo a scuola e a causa un rapporto conflittuale con la nonna e il padre. L’unica cosa che porta sollievo al giovane è il disegno, nel quale può dare sfogo all’incredibile fantasia propria di un bambino.
Una notte, esattamente 7 minuti dopo la mezzanotte, viene a fargli visita un mostro molto particolare: privo di artigli o denti aguzzi; è un albero dalla forma umanoide, senza cattive intenzioni. Questo stringe un patto particolare con il giovane: gli racconta tre storie vere se in cambio Conor ne racconterà una che spieghi la sua verità.
Tre affascinanti racconti di formazione che permetteranno al giovane di comprendere la complessità dell’animo umano. L’incontro con questa creatura permetterà al giovane di affrontare la malattia terminale di sua madre e a convivere con la propria solitudine.
Il regista spagnolo ha scelto per il film un promettente cast hollywoodiano, tra cui Felicity Jones, nota maggiormente per i suoi ruoli in “La teoria del tutto”, “Rogue One: A Star Wars Story” e “Inferno”, stella nascente pronta a brillare. L’altra donna di “7 minuti dopo la mezzanotte” è Sigourney Weaver, attrice affermata e acclamata per tantissime interpretazioni, come “Ghostbuster” e “Avatar”. Poche presentazioni, dato che il nome parla già da sé per Liam Neeson, il Padre Feereira del “Silence” di Martin Scorsese, qui ‘nei rami’ dell’albero mostro.
La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2011, vincitore nel 2012 della Carnegie Medal e della Kate Greenaway Medal per il miglior libro per bambini, scritto da Patrick Ness, anche sceneggiatore del film.