Programmazione Cinema Italia dal 27-06 al 02-07

Programmazione Cinema Italia dal 27-06 al 02-07

Free to run di P. Morath
Evento special Festival dei Popoli 2017
Il giorno 27 giugno saranno presenti in sala:
Silvia Sommaggio – maratoneta olimpica
Roberto Rubens Noviello – maratoneta ed autore del libro La corsa verso il mare

 

Pierre Morath ha realizzato questo interessante documentario a partire dal proprio interesse e passione per la corsa a cui si è aggiunta una ricerca, in qualità di storico, per un libro scritto insieme ad un sociologo. Ne è nato un film estremamente documentato che tutti coloro che sono interessati a questa disciplina sportiva e, in particolare, i più giovani dovrebbero vedere. Perché oggi è più che mai sviluppata la tendenza a ritenere che ciò che è sia sempre stato sin dall’inizio, senza cercare di riflettere su quante lotte e sacrifici siano costate le progressive conquiste.
Questo aspetto è particolarmente sviluppato da Morath rendendo così il film appetibile anche da chi cammina lentamente ma ha interesse per i mutamenti sociali.
Sembrano passati secoli (e invece eravamo nel 1967) da quando Kathrine Switzer si iscriveva alla maratona di Boston come partecipante ufficialmente registrato e veniva rincorsa e strattonata da Jack Semple, direttore di gara, nel tentativo di strapparle il pettorale perché non voleva una donna nella sua manifestazione.
Attraverso personaggi fondamentali come lo svizzero Noel Tamini, fondatore della rivista Spiridon e difensore della pratica podistica aperta a tutti, per giungere a Fred Lebow che ha avuto modo di assistere alla crescita esponenziale di partecipanti alla maratona di New York da lui ideata, Morath fa la storia di questa pratica sportiva. Ma non si tratta solo di illustrarne l’evoluzione perché il regista non intende farne un’apologia. Ci mostra anche la fragilità delle conquiste.
Da un lato con le immagini inquietanti di un’atleta che percorre in uno stato di allucinata spossatezza gli ultimi metri della maratona con il rischio di far girare al contrario l’orologio della presenza femminile qualora non si fosse ripresa in tempi rapidi da quella condizione fisica. Dall’altro con l’espansione dell’attività commerciale ruotante attorno al podismo che ha rischiato e rischia di vanificare lo spirito originario di chi ama la corsa.
È un documentario lucido quello di Morath tanto da indurlo ad affermare: “Quando una rivoluzione prende piede o comincia ad avere successo quelli in prima linea prendono posto indietro a vantaggio di quelli che possono prendere quel successo e farne un business. Ecco perché gli Stati Uniti hanno un ruolo centrale nel film. Gli Americani personificano l’ultra liberalismo di vedute aperte fatto dello sfruttamento commerciale di cose belle e pure più di qualsiasi altro popolo. E’ nel loro DNA.” Questo si chiama parlar chiaro.

 

 Nocedicocco – il piccolo drago di N. West
E’ la storia di un draghetto, appunto, Noce Di Cocco, il cui compito è fare la guardia all’erba del fuoco, un’erba importantissima per il suo clan che, grazie ad essa, è diventato un popolo di draghi sputafuoco. Quando Noce Di Cocco, per salvare un agnellino che sta per finire nelle fauci di altri draghi perde di vista l’erba, si scatena un incendio e succede un disastro. Riuscirà il piccolo drago a risolvere il pasticcio?

 

Aspettando il Re di T. Tykwer con Tom Hanks
Fuori concorso al Tribeca Film Festival 2017.
Tom Hanks si toglie i panni del pilota che fu in Sully, per indossare quelli di un impiegato, Alan Clay, di una nota società informatica, disilluso negli affetti e sull’orlo della bancarotta.
Mandato dalla società in cui lavora in Arabia Saudita per ottenere l’appalto di fornitura dei servizi informatici per una città avveniristica in costruzione nel mezzo del deserto, Clay scoprirà ben presto che la sua missione è più difficile del previsto. Accampato in una tenda insieme ai suoi colleghi sistemisti, attenderà invano l’arrivo di un Godot, il re della città, che sembra ritardare giorno dopo giorno la sua visita, rendendo l’attesa una sorta di continuo rimando alla presentazione dei prodotti di cui la ditta si fa vanto, ovvero, sistemi per videoconferenze basati su ologrammi.
Clay non si gode l’attesa come una vacanza, tutt’altro. Le sue giornate si svolgono in un continuo bascular tra il cantiere, la tenda e l’hotel a Gedda, ovvero tra l’isolamento e la relazione sociale con quella che dovrebbe essere la sua famiglia, la figlia lontana all’università e purtroppo anche con la convivenza con un’escrescenza alla spalla che cresce dentro di lui, come un alien che lo corrode dentro. Per fortuna supportato dall’amicizia con lo stralunato e simpatico Youssef, l’autista che ogni giorno lo accompagna all’hotel, Alan conoscerà l’amore con una mite dottoressa, ricostruendo la sua esistenza in quel bruciato Medio-Oriente che assurgerà a rediviva fenice.
L’occasione di A Hologram for the king tradotto abbastanza infelicemente in italiano come Aspettando il re è la riflessione su un bilancio della vita di un quarantacinquenne, Alan Clay appunto, sfruttando il pretesto abbastanza metaforico di un deserto dei tartari ove l’attesa è evidente propedeutica catarsi necessaria alla personale riabilitazione di sé.
Tra la sabbia che pervade tutto, isolando il protagonista dietro le mura fragili di un presente cui cerca di fuggire e una vita notturna mondana che vuol possedere in quel di Gedda tra discoteche e una donna che gli ronza attorno, affogando nell’alcool la sua frustrazione, Alan cercherà di trovare un senso alla sua vita, alla sua time line irrimediabilmente compromessa.
Strana commedia, quella diretta, da Tom Tykwer, basata sul romanzo di Dave Eggers Aspettando il re. Si potrebbe definire drammatica, simbolica: si pensi all’inizio ex abrupto in cui moglie, casa, famiglia svaniscono in esplosioni fumose e rossastre come sogni di vino, in cui Alan si trova in cima a una montagna russa scivolando pericolosamente giù e crollare, tutti segni di una minaccia, di un abisso dal quale il protagonista, dovrà cercare di risalire.
Con belle riprese delle moschee e della cultura araba, Aspettando il re è un film sfuggente, velatamente metaforico che non nasconde l’ironia grazie ai due protagonisti principali, Tom Hanks e Alexander Black in primis e al tempo stesso palesando un approccio drammatico alla “malattia”. Malattia che si fa occasione di rinascita per coltivare un amore con una dottoressa locale, la responsabile dell’operazione cui si sottoporrà il nostro protagonista.
In un ambiente dal duplice volto, ricco e opulento quanto umile e poetico, Alan ritroverà una compagna proprio nell’acqua, ossimoro in quel mondo, unico mezzo in grado di spazzare definitivamente via la polvere accumulatasi a strati sul suo cuore ridandogli forza, coraggio e soprattutto, restituendogli la sua dignità perduta di uomo.