“Annunciava loro la Parola” (Mc 2,1-12)

“Figlio…ti sono perdonati i peccati”… Questa è la bellezza della Parola di Gesù. Lui chiama dolcemente così: “Figlio”. Soprattutto quando ti senti figlio di nessuno… Il giorno in cui Gesù era a Cafarnao dentro quella piccola casa assediata dalla folla, dove era impossibile entrare, e di fronte a cui chiunque avrebbe rinunciato all’impresa di avvicinarsi anche solo alla porta, una persona che non poteva muoversi perché era paralizzata, si fece trasportare da quattro persone e volle a tutti i costi sentire con le proprie orecchie la Voce del Figlio di Dio. Che voce… E che Pace! Una Voce che supera i confini dei paesi… Che passa di persona in persona… Fino ad arrivare a chi è malato nel corpo e nello spirito… Fino a suscitare un’inquietudine che muove a cercarlo! Che bellezza in tutto questo… C’è bellezza nella Voce che chiama e muove da dentro… Impossibile resisterle! Si vorrebbe essere già lì! E con il cuore ci sei già lì da Lui! Ma che bellezza c’è anche nel trovare una strategia per raggiungerlo anche con il corpo! Con tutto se stessi! Quale bellezza nel rendere possibile l’impossibile! Quel giorno a Cafarnao si realizzò il sogno di una persona che non poteva muoversi! Non poteva camminare! Ma la sua anima avrebbe trovato pace solo all’incontro con Gesù! La sua vita avrebbe avuto senso solo ascoltando le indicazioni del Maestro. Aveva sete. Tantissima sete. Amava tanto…tantissimo Gesù! Incredibile… Un paralitico inarrestabile. Un Amore insaziato che scoperchia i tetti! Quel giorno, di fronte a questa bellezza… “Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». ” E per quel figlio di nessuno che aveva finalmente trovato Il Padre, si scoperchiò di Luce il Cielo!

Possono aiutarti nella preghiera queste parole di San’Agostino…Lui era paralizzato nell’anima. In Gesù ha trovato la Gioia e la Pace…la Verità.

“Lo voglio, sii purificato” (Mc 1,40-45)

Quanta paura fa la malattia! Per questo al tempo di Gesù, come in ogni tempo, si cercava di isolare i malati infettivi fuori dalle città, in luoghi deserti e lontani per il bene della società dei “sani”. Chi era malato veniva considerato come una persona punita da Dio. Il peso da sopportare era maggiore. Solitudine su solitudine. Un abbandono totale. E tutto perché la malattia faceva e fa tuttora paura! Il male fa paura! Il dolore fa paura! Vorremmo scappare da questo mistero della vita! Ma tu Gesù, non hai avuto paura. Tante volte ci hai invitati a Non Temere Mai. Hai gridato che non siamo soli! Sempre ci ricordi che tu sei con noi anche nel nostro buio e nel nostro deserto. Dalla croce hai sentito la sofferenza e la malattia di ogni persona. Ma non è tanto la malattia dei corpi che vuoi guarire…Perché i corpi non sono eterni…È l’anima che é eterna! Per questo quando parli al lebbroso dici “sii purificato”! Tu ti rivolgi all’anima di ciascuno di noi! Perché c’é un male più pericoloso della lebbra…invisibile e tenace, che solo tu puoi aiutarci a vincere! Si chiama Peccato! Solo che di lui non abbiamo paura… Corriamo il rischio di lasciare che questo male insidioso abiti tranquillo dentro la nostra vita. Donaci la sapienza di essere umili. Di riconoscerci peccatori. Da qui verrà la nostra salvezza e la Gioia inspiegabile di sentirci Amati e Perdonati da te, che mai ti scandalizzi di un cuore che chiede di essere purificato.

In questa giornata dedicata alla preghiera per tutti i malati vi propongo due esperienze di come si può vivere in contatto con la malattia… Due esperienze di gioia che hanno segnato la vita di tante persone.

FONTI FRANCESCANE – INCONTRO DI FRANCESCO E IL LEBBROSO

[1034] Un giorno, mentre andava a cavallo per la pianura che si stende ai piedi di Assisi, si imbattè in un lebbroso. Quell’incontro inaspettato lo riempì di orrore. Ma, ripensando al proposito di perfezione, già concepito nella sua mente, e riflettendo che, se voleva diventare cavaliere di Cristo, doveva prima di tutto vincere se stesso, scese da cavallo e corse ad abbracciare il lebbroso e, mentre questi stendeva la mano come per ricevere l’elemosina, gli porse del denaro e lo baciò. Subito risalì a cavallo; ma, per quanto si volgesse a guardare da ogni parte e sebbene la campagna si stendesse libera tutt’intorno, non vide più in alcun modo quel lebbroso. Perciò, colmo di meraviglia e di gioia; incominciò a cantare devotamente le lodi del Signore, proponendosi, da allora in poi, di elevarsi a cose sempre maggiori.

[1045] Poi, amante di ogni forma d’umiltà, si trasferì presso i lebbrosi, restando con loro e servendo a loro tutti con somma cura. Lavava loro i piedi, fasciava le piaghe, toglieva dalle piaghe la marcia e le ripuliva dalla purulenza. Baciava anche, spinto da ammirevole devozione, le loro piaghe incancrenite, lui che sarebbe ben presto diventato il buon samaritano del Vangelo.

Qui di seguito la storia bellissima di Giulia… Buona visione.

Dopo il tramonto del sole (Mc 1,29-39)

Dopo il tramonto del sole…o al mattino presto, quando era ancora buio. Questo il momento in cui Gesù agisce per liberarci dalla paura di ogni buio. Questo il tempo e la situazione in cui riesce ad entrare per liberarci da ogni tipo di male. Sia esso una malattia, sia esso un male di tipo spirituale. In ogni caso entra nel buio di ogni anima per portare la luce della Fede e della Gioia nonostante tutto. Vi propongo un video…”Il circo della farfalla” che bene spiega il buio con cui l’umanità si trova a lottare…Vi invito a vedere nello sguardo del Signor Mendez lo stesso sguardo di Gesù che non ha paura di entrare nelle nostre infermità. Ma le prende con se e dice anche a noi: ” Se tu sapessi quale bellezza può nascere dalle ceneri”… “Più dura è la lotta, maggiore è il trionfo”.

E di seguito la testimonianza dell’attore protagonista.